giovedì 9 giugno 2011

Una stanza per sempre.

Mi metto la giacca e il berretto da marinaio, poi mi fermo sulla porta e mi accendo una sigaretta. Il corridoio e la tromba delle scale sono tutti illuminati per tenere lontani puttane e barboni. La porta dall'altra parte del corridoio si apre e la drag queen sbircia fuori, mi lancia un'occhiata: - Buon anno-. Chiude piano la porta e io levo le tende, do un calcio alla porta, macchio la vernice con le mie suole di gomma.
Lo sento là dentro che ride di me, ride perché sono solo. Sento le sue risate per tutto il tempo che scendo le scale. Ha ragione: ho bisogno di una donna, ma non di una puttanella. Ho bisogno del dopo, di quello che una puttana non può mai darti. Quando arrivo nella hall piena di donne grasse e vecchi, penso che questa è l'unica casa che ho. Forse ho preso questa stanza per sempre; potrei anche non aver bisogno di andare da un'altra parte dopo stanotte.

[B. D'J Pancake, Una stanza per sempre, Trilobiti, Isbn, 2005]

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