Il principe disse che in ogni testa d'uomo è insita una catastrofe umana commisurata a quella testa. Non occorre aprire le teste degli uomini per rendersi conto che in esse non c'è altro che una catastrofe umana.
- Senza la sua peculiare catastrofe umana, l'uomo non può esistere assolutamente- disse il principe. L'uomo ama la sua sventura e se per un attimo ne è privo, fa di tutto per ritrovarcisi immerso. - Quando guardiamo in faccia gli uomini, vediamo che o si trovano immersi nella loro sventura o sono alla ricerca della loro sventura. Non c'è uomo senza umana sventura- disse. L'uomo, secondo il principe, si trova senza posa in una situazione estremamente pericolosa, solo che non si rende conto di trovarsi ininterrottamente e sempre contro la sua volontà in una situazione estremamente pericolosa. Proprio questo gli permette di esistere, ma, nello stesso tempo, fa di lui un ammalato. - Moribondi- disse il principe [...] - Quando cerchiamo una persona- disse il principe- è proprio come se, per cercarla, ci aggirassimo a lungo in un immenso obitorio-.
[T. Bernhard, Perturbamento, Adelphi, 1981]
Nessun commento:
Posta un commento