sabato 20 novembre 2010

Imbottiglia il buco nero e stappa lo champagne.

Nella sezione scienze de "Il Corriere della sera" di ieri, 19 novembre 2010, fa capolino, un pò timido, un pò circospetto e per lo più incredulo, un articolo relativo all'ultima scoperta del Cern di Ginevra. La creazione dell'antimateria.
Per essere più precisi, trattasi di 38 atomi di anti-idrogeno, attualmente immobilizzati, che si configurano con massa identica, ma carica opposta a quelli di idrogeno della materia ordinaria.
Ora, nonostante Dan Brown con fantamaghi a seguito ce l'avesse già menata anni fa con il furto della prima, e in quel caso anche unica, particella di antimateria (fortunatamente a Ginevra si sono rivelati più previdenti di quanto pensi l'amico Dan e di atomi ne hanno già creati 38, perchè oramai avevano fatto 31, perciò perchè non 38? e probabilmente per il terrore di ritrovarsi invischiati in uno di quei film in cui tom hanks vestito male che neanche il tenente colombo si mette lì con la faccia rossa e tutta smeningiata a decifrare simboli runici, elfici e vecchie iscrizioni in tagalog per poi dover intraprendere duelli all'ultima particella neanche con il papa, che già si sentivano l'orticaria, ma con un pontefice impostore, ecco no, sarebbe stato preferibile ricreare da capo l'antimateria, la materia ordinaria e tutto il pianeta terra) la notizia esercita comunque un certo effetto, almeno su di me.
Non che io sia una fanatica di questo tipo di cose.
Al di là dei miei piani di distruggere il mondo tramite tecniche non sempre ortodosse, piani per cui la creazione di questi 38 atomi iniziali di antimateria potrebbero senza dubbio tornare utili per qualche gigantesca esplosione ben mirata (ma tranquilli, non ho intenzione di scriverci libri su: sarebbe anche ora di passare ai fatti senza troppi fronzoli), la notizia in sè fornisce spunti di riflessioni interessanti.
Leggiamo insieme.

È però impensabile portare l'antimateria a spasso in una bottiglia, come accade nel romanzo», osserva il fisico Andrea Vacchi, dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). E' infatti sufficiente che un atomo di anti-idrogeno venga a contatto con la materia ordinaria, ad esempio con un gas o con le stesse pareti del contenitore, perchè avvenga una gigantesca esplosione. Entrando a contatto, infatti, materia e antimateria si annullano (o annichilano) a vicenda.

Annichilimento reciproco. Roba che già a pronunciarla a voce alta ti viene voglia di rubare un atomino e portarlo a spasso per la tangenziale all'ora di punta, per dirne una.
In quanto di carica opposta, materia e antimateria, che sono l'una lo specchio simmetrico dell'altra, tendono naturalmente ad annullarsi. Lo ripeto?
Tendono naturalmente ad annullarsi.
Quel naturalmente non sta lì mica a caso.
Voglio dire che in questa precisa circostanza non possiamo sostituirlo, semanticamente allegri e noncuranti, con ovviamente, chiaramente, evidentemente e altri avverbi con suffissi psichici a seguito. Quel naturalmente lì ha solo un significato: secondo natura.
Di conseguenza la stessa frase può essere riscritta nel seguente modo:
Materia e antimateria secondo natura tendono ad annullarsi.
Che è una cosa che sapevamo tutti (fin da prima che ce la spiegasse Dan Brown, che è spiegazionista convinto, oltre che spacciatore di pessimo nonsense) ma che a volte finiamo per dimenticare come tutto quello che diamo per acquisito e accatastiamo nella memoria a lungo termine( detta anche memoria con tendenza frequente all'irreversibile distruzione dell'hard disk).
Qua stiamo constatando che natura vuole che materia e antimateria siano così follemente attratte l'una dall'altra da gettarsi nel precipizio insieme con una bomba a orologeria legata al collo, prendersi per mano e lasciarsi la cenere alle spalle. Qua stiamo insinuando che l'incontro degli opposti può essere in realtà solo uno scontro, seppur al massimo grado di intensità. Qua stiamo dunque sottintendendo che il massimo grado di intensità si possa ottenere solo dalla collisione degli opposti con l'unica effettiva conseguenza  di una distruzione totale, senza riserve nè salvati. Ora, mettendo un uomo nella bottiglia di Dan Brown con i 38 atomi di anti-idrogeno, analizziamo come l'individuo sia singolo che in branco si ostini ad agire da snaturato, come tutto il suo fare e il suo dire appaiano, a conti fatti, dettati dalla folle paura del crollo, della crisi, dello spacco che non si richiude.
Il suo frenetico aggrapparsi alle molecole di materia ordinata, facendo di tutto per evitare che l'antimateria tocchi le pareti del contenitore o che qualche infiltrazione di gas penetri dal mondo esterno, ci appiccica sulla bocca un punto di domanda.
Quello che noi non ci spieghiamo, e che il Cern era impossibilitato a spiegarsi per penuria di antimateria coi tempi infami che corrono, è:

uno dei più grandi rompicapo della fisica contemporanea, ossia perchè al momento del Big Bang la natura ha «preferito» la materia ordinaria all'antimateria. Entrambe sono state infatti prodotte nella stessa quantità (in modo simmetrico) e di conseguenza avrebbero dovuto cancellarsi a vicenda; tuttavia questo non è successo perchè una certa quantità di materia (calcolata in una particella ogni 10 miliardi di particelle di antimateria) è riuscita a sfuggire e grazie a questa rottura della simmetria si è formato il mondo in cui viviamo.
Perchè una certa quantità di materia è riuscita a sfuggire e grazie a questa rottura della simmetria si è formato il mondo in cui viviamo.
Cosa che implica che:
1) Siamo qui per un gran culo o per una gran sfiga.
2) Che non siamo qui perchè qualcosa è stato creato, ma perchè al contrario ha rotto gli argini della simmetria ed è sgusciato fuori, ha lacerato la materia, ha tracciato una fessura, ha delineato un punto di fuga.
E sbadabùm.
Eccovi qua.

Creata l'antimateria al Cern di Ginevra.

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