sabato 2 ottobre 2010

tra uno sbadiglio e l'altro, si accende la miccia.

che finirò come tyler durden è una realtà di fatto.
mi son procurata tutti i moduli per l'iscrizione al gruppo dei tubercolotici, dei malati di aiz, di quelli che sconfiggono l'ipocondria ingurgitando quantità spropositate di farmaci, degli schizofrenici che hanno mandato a fanculo la realtà e hanno deciso di diventare allucinazioni di loro stessi.
ecco, una roba così.
lo capirete da voi, non riesco a prendere sonno.
le palpebre mi si affannano, mi si tendono rigide e nervose sopra le pupille, continuano ad agitare tra spasmi nervosi le loro ciglia come filamenti di protozoi monocellulari e a sprecare tutte le energie per fissare il buio.
perciò servirebbe una soluzione.
tipo tornare all'università.
cosa che accadrà dopodomani.
e son sicura che da lunedì in poi mi verrà voglia di dormire più o meno sulle 72 ore al giorno e non potrò più farlo. perchè si ricomincia a vivere tra un treno e una metro, buttati in una tavola calda alle ore più insane a strappare a morsi panini ghiacciati con la maionese rancida e i carciofini dell'anticristo.
poi dice, certo che ti viene voglia di studiare.
questo è il mio terzo e, in teoria, ultimo anno in questa università.
pauravera.
del dopo, per lo più.
di checosacazzofaccio dopo.
in che modo posso prendere(perdere?) altro tempo senza che nessun altro se ne accorga.
continuare a studiare? dovrei iniziare a stramazzarmi per ottenere quei 10, 15, 18 crediti di debito formativo per accedere a qualsiasi altro carcere scolastico. chiaramente nel beneaugurato caso io riesca a passare i test d'ammissione scritti. e poi i colloqui orali. e poi i test motivazionali e psicologico-attitudinali.
e io non avrei mica chiesto di diventare uno scienzato per la nasa.
ma d'altra parte, questo è un mondo che mira alla competenza massima.
una società oltremodo meritocratica.
e dovrei parlare l'arabo così come lo parla mubarak.
quando a malappena capisco i cartoni per i bambini in fase neonatale con strani grassi animali che non fanno altro che grugnire e saltare da un cespuglio all'altro.
io conoscerò sì e no duecento parole.
fate voi.
con gheddafi non ci posso certo comunicare.
a meno che non si parli di figa e di cammelli. e di equivalenze fra le due cose.
per soldi si fa tutto, chiaro.
dovrei iniziare a mandare il mio inesistente curriculum ai negozi di intimo maschile.
con questa faccia da cazzo mi prenderebbero di sicuro.

(nel frattempo raccolgo le idee per "Tana libera tutti". anche se ci volessero 12 anni a scrivere una cagata, prima o poi ci si farà. serve trama, intreccio, situazioni. servono personaggi più definiti, incisi con il taglierino. serve una struttura ben salda che man mano mi si sta arrampicando nella testa. però ci vuole più spazio.
buttare vecchie idee, prendere il tempo necessario.
non dare niente per scontato, non avere fretta, non fare le cose col culo.
che non ci chiamiamo mica melissa p., noi, giusto?)

dunque, adesso batto la ritirata che devo sbrigare qualche faccenda fuori da qui.
tempo di spritz e di discussioni poco serie.

P.s: riflessione della notte.

"Tutta la letteratura è noir".

questa poi ve la spiego, un giorno.

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