martedì 14 settembre 2010

(cosa leggere per evitare encefaliti fabiovoliste). parte 2.

ce la farò in una settimana?

mi sono chiesto,
ce la farò, ce la devo fare!
mi sono gridato, e ho cominciato a scrivere questa storia del pirtuso, e adesso, visto che oramai l'ho scritta, visto che potrebbe scassarti i cosiddetti una premessa così complicata, che se questa è la premessa figuriamoci tutto il resto, e allora ti dico evita, ti dico che sei ancora in tempo, ti dico girati dall'altra parte, ti dico continua a guardarti gli uccelli del cielo, guardati il sole, ti dico guarda tutto quello che ti pare basta che non guardi verso di me, anche se vorrei dirti il contrario, vorrei dirti ti prego, vorrei dirti ho paura, vorrei dirti di aprire bene le orecchie, gesù mio, che ho bisogno di te, ho bisogno di un amico silenzioso e immobile, di un fratello invisibile, di un santo che è il più migliore santo di tutti i santi del cielo ma che è anche un uomo fatto di carne e schifezze...allora facciamo finta che sia così, facciamo finta che tu ci credi, che sia un chicchessia all'oscuro delle disgrazie dell'umanità, lo so, tu mi conosci bene per via che ci siamo incontrati nelle tante preghiere che ti ho fatto, e sono sicuro che conosci pure il motivo di questa cosa, il perchè e il percome ho deciso di scriverti così, e perciò, visto che sei il più grandissimo, fai una cosa piccola per me, caro gesù: da adesso in poi, e per tutto il tempo del mio racconto, non ti mettere nessuna espressione, fatti di niente, scancellati, ascolta la storia che ti infilerò dentro al foglio e non spiccicare parola, perchè solo così potrò scrivere senza vergogna tutto quello che è successo, solo così potrò azzerare per poi ricominciare daccapo...e allora sei d'accordo? ci stai a questo giochetto? ci stai a scancellarti da ogni dove? grazie gesù mio, adesso schiodati dalla croce e scomparisci, per favore.

[...]

ecco fatto, mi sono messo il cuore in pace, gesù mio, ti ho raccontato la prima tragedia, da domani, nel mio racconto, ci sarà solo spazio per la seconda: dammi la forza, gesù mio, dammi la serenità, gesù mio, dammi qualsiasi altra cosa mi puoi dare, gesù mio, basta che non mi dai consigli, quelli dovevi darmeli prima, adesso non mi servono più.



Rosario Palazzolo è nato a Palermo nel ’72 e ci vive. È drammaturgo, scrittore, regista e attore. Ha fondato e dirige (con Anton Giulio Pandolfo) la Compagnia del Tratto, associazione che si occupa di nuove drammaturgie e nuove musiche. Per il teatro ha scritto: Ciò che accadde all’improvviso, I tempi stanno per cambiare (con Luigi Bernardi), Ouminicch’ e ’A Cirimonia, vincitore del Fringe al 18° Festival Internazionale del Teatro di Lugano. Nel 2006 ha vinto il Premio Lama e Trama con il racconto a N. Nel 2007 è uscito il suo primo libro, L’ammazzatore (Perdisa Pop).

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