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sabato 27 agosto 2011

Il contesto.

Dentro il problema di una serie di crimini che per ufficio, per professione, si sentiva tenuto a risolvere, ad assicurarne l'autore alla legge se non alla giustizia, un altro ne era insorto, sommamente criminale nella specie, come crimine contemplato nei principi fondamentali dello Stato, ma da risolvere al di fuori del suo ufficio, contro il suo ufficio. In pratica, si trattava di difendere lo Stato contro coloro che lo rappresentevano, che lo detenevano. Lo Stato detenuto. E bisognava liberarlo. Ma era in detenzione anche lui: non poteva che tentare di aprire una crepa nel muro.


"Ma non tutti sono innocenti" disse Rogas. "Dico: quelli che capitano nell'ingranaggio."
"Per come va l'ingranaggio, potrebbero essere tutti innocenti."
"E allora si potrebbe anche dire: per come va l'innocenza, potremmo tutti cadere nell'ingranaggio."


"Detesto ogni tipo di scommessa. Non voglio correre il rischio di vincere. E ho un debole per le sconfitte, per gli sconfitti. Posso dirle che vado scoprendomi un certo amore alla rivoluzione: appunto perché è ormai sconfitta."


Irritato, Cusan pensò: sono i libertini che preparano le rivoluzioni, ma sono i puritani quelli che le fanno; e che loro, i due avvinghiati, tutta la generazione a cui appartenevano, mai ne avrebbero fatta una. Forse i loro figli: e sarebbero stati puritani.


E intorno al pensiero della fine, della morte che lo attendeva nel canyon, lentamente si rapprese un senso di quiete, forse anche il sonno. Come una trasparenza: oltre la quale i fatti, le persone, le cose ora si accampavano come in quarantena. Disinfettati. Asettici.


[L. Sciascia, Il contesto, Milano, Feltrinelli, 1999]

giovedì 12 maggio 2011

Insetti nell'ambra.

Quando si riebbe, non era più sul campo da golf. Era legato a una poltrona gialla in una cabina tutta bianca, a bordo di un disco volante diretto a Tralfamadore.

"Dove sono?" disse Billy Pilgrim.
"Prigioniero di un blocco d'ambra, signor Pilgrim. Siamo dove dobbiamo essere in questo momento, a cinquecento milioni di chilometri dalla Terra, e procediamo verso una distorsione temporale che ci permetterà di arrivare a Tralfamadore in poche ore anziché qualche secolo.
"Come...Come ho fatto ad arrivare qui?"
"Ci vorrebbe un altro terrestre per spiegarglielo. I terrestri sono bravissimi a spiegare le cose, a dire perché questo fatto è strutturato in questo modo, o come si possono provocare o evitare altri eventi. Io sono un tralfamadoriano, e vedo tutto il tempo come lei potrebbe vedere un tratto delle Montagne Rocciose. Tutto il tempo è tutto il tempo. Non cambia. Non si presta ad avvertimenti o spiegazioni. E', e basta. Lo prenda momento per momento, e vedrà che siamo tutti, come ho detto prima, insetti nell'ambra."
Lei mi dà l'aria di non credere nel libero arbitrio" disse Billy Pilgrim.

"Se non avessi passato tanto tempo a studiare i terrestri" disse il tralfamadoriano, "non avrei la più pallida idea di cosa intendete per libero arbitrio. Ho visitato trentun pianeti abitati dell'universo e studiato i rapporti su altri cento. Solo sulla Terra si parla di libero arbitrio."

[K. Vonnegut, Mattatoio n. 5, Feltrinelli, 2003]