Il principe disse: "Ho l'impressione che sia normale che il mondo possa andare a pezzi da un momento all'altro. O forse è la natura che deve distruggere se stessa?" disse. " E' un processo che parte sempre dall'interno e si attua all'esterno. Se sono arrivato a questa osservazione, a questa idea, che pur ferisce ogni mio intimo sentire, se sono stato costretto ad arrivarci perché a quanto pare io come organismo sono predisposto soltanto a questo tipo di osservazioni e di idee, non è soltanto il sentimento a dirmi che il momento è giunto (dapprima è solo uno sgretolarsi, crepe, fenditure, uno squarciarsi e uno sgretolarsi!)...E' un momento che può durare secoli, naturalmente, secoli ormai alle mie spalle, secoli a venire, naturalmente. Millenni. Quello che mi sgomenta" disse il principe "non è tanto che i rumori nel mio cervello ci siano sempre stati, tutti, che questi rumori ci siano sempre, ci siano sempre stati, ci saranno sempre, mi sgomenta il fatto tremendo che nessuna delle persone con cui sono venuto in contatto , e io, mio caro dottore, sono venuto in contatto con tante di quelle persone, con tanti di quei caratteri che se a Lei capitasse di vederseli davanti tutti insieme, tutti insieme davanti a Lei, avrebbe senz'altro l'impressione della fine del mondo, io ho avuto a disposizione infatti un'enorme quantità di persone tra cui scegliere e ogni giorno in certe ore ho avuto rapporti con tutti i caratteri e con tutti i cervelli possibili e immaginabili , il fatto che mi sgomenta, dicevo, è che nessuno, neanche un solo cervello, si sia mai accorto né si accorga mai di questi rumori. Non mi sconvolge tanto il fatto che le cose stiano come stanno, ma che sia soltanto io, che sia soltanto il mio cervello a dover registrare quanto ciò sia spaventoso e letale! [...]
Questa situazione per me è letale, la situazione letale per me consiste nel fatto che io in questa situazione mi trovo solo, sono solo in questa situazione".
[T. Bernhard, Perturbamento, Adelphi, 1981]
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