Allora io, generalmente, non lo so, se ho fiducia o no. Hai fiducia nel prossimo? Non lo so. Dipende. Hai fiducia nelle autorità? No. Hai fiducia nel futuro? Vedremo. Hai fiducia nell'Europa. No. Hai fiducia nel sindacato? No. Hai fiducia nel mercato? No. E allora in cosa hai fiducia? Ho fiducia nell'udito. Nell'udito? Sì. Che udito? Il mio.
In una voce ci sono già un sacco di cose. Nel suono di una voce, ci sono già tutte le cose che quella voce può dire. Non solo. Una voce, se è brutta, non può dire niente di bello. Una cosa bella detta da una voce brutta, mai successo. E viceversa. Ne ho sentita una, di queste voci, per radio. Lo sai come sono queste voci? Non lo sai. Sono piene di buoni sentimenti. Tanto buono, quello che legge. Buonissimo. Io, le persone buonissime, non ho fiducia. Anzi. Io, di persone buonissime, non ne conosco. Mai incontrato, uno buonissimo. Gente con la voce piena di buoni sentimenti, sì. Non mi piacciono.
Questo qui è uno scrittore che legge un libro che gli piace, e quel libro piace anche a me. Ma lo legge con una voce che fa schifo, quel libro.
Allora vado a letto prima, stanotte, a leggere i libri in silenzio. Poi spengo la luce, mi stendo, sai cosa penso? E questa solitudine? penso. Questa solitudine di spaghetti, trasmissioni radiofoniche? Eh? Delle volte, mi dico.
[P. Nori, Bassotuba non c'è, DeriveApprodi, 1999]
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