venerdì 2 luglio 2010

Gelmini: "Laurea breve, un flop. Apporteremo modifiche."

Un pò come i pacchetti Microsoft.
Bravi.

Laurea breve, un esperimento fallito. Lo sostiene un osservatorio autorevole, la Corte dei Conti, bocciando la riforma universitaria che ha introdotto il sistema a doppio ciclo, laurea e laurea specialistica (cioè quella breve). In un referto sul sistema universitario appena pubblicato, i magistrati contabili spiegano che la riforma «non ha prodotto i risultati attesi» né in termini di aumento dei laureati, né tantomeno in termini di miglioramento della qualità dell’offerta formativa. Anzi, sostiene la Corte, ha generato un sistema incrementale di offerta «con un’eccessiva frammentazione ed una moltiplicazione spesso non motivata dei corsi di studio».
La Corte stima che dopo le riforme del 2004 e del 2007, solo dall’anno accademico 2008-2009 c’è stata un’inversione di tendenza. C’è inoltre da segnalare «il rilevante fenomeno dell’incremento delle sedi decentrate e il peso via via crescente assunto dai professori a contratto esterni ai ruoli universitari». C’è da dire, poi, che il sistema non ha migliorato la qualità dell’offerta formativa «anche in termini di più efficace spendibilità del titolo nell’ambito dello spazio comune europeo». Per la magistratura contabile, «gli effettivi sbocchi occupazionali che offrono i diversi corsi di laurea dovrebbero guidare l’andamento delle immatricolazioni e l’orientamento degli studenti verso le differenti tipologie di crisi». In questo quadro deludente, la Corte dei Conti auspica la razionalizzazione e risorse agli atenei più meritevoli e prospetta «l’utilità di un intervento normativo che, in linea con l’autonomia riconosciuta agli atenei, agevoli, sotto il profilo gestionale, l’utilizzo delle risorse provenienti dal settore privato e imprenditoriale».

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