Quello che voglio da un romanzo, o da un libro, è che mi dia qualcosa che io non so, che mi comunichi uno scarto nella mia visione delle cose e del mondo, che apra una braccia nella mia coscienza. Così imparo e mi arricchisco. Ho sempre bisogno di nuovi libri e nuovi romanzi. Ho profondamente bisogno di una continua “ritestualizzazione” del mondo. Perché il mondo così com’è non va bene. Occorre un cambiamento. E bisogna crederlo possibile. Un libro, un buon libro, non cambia il mondo, però cambia il suo modo di parlare. E forse anche il modo di sentirlo. Quando Peter Hadnke scrive “Io lavoro al mistero del mondo”, credo che produca un’emozionante indicazione poetica: bisogna lavorare, bisogna scrivere, bisogna pensare; ma non per un fine, quanto per essere inseriti in una collettività che abbraccia il primo e l’ultimo uomo che apparirà sulla terra.
— Piervittorio Tondelli, Post Pao Pao
da: “L’abbandono - racconti dagli anni ottanta”
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