La produzione culturale giovanile, per quanto - è chiaro - ci è dato vedere, sembra prediligere la leggerezza (che non è mai spaesamento) alla pensosità e alla riflessione (che non sono uggiosità). E’ come se il mondo dei sentimenti, delle passioni, della soffernza, dell’apprendistato faticoso, dello studio, della scoperta delle affinità elettive, della vocazione e del talento, fosse stemperato in un gran mare di faciloneria e di improvvisazione. Come se tutto andasse per il meglio. Come se ognuno di noi fosse contento di questa carnevalata malinconica e disperata che sono gli anni ottanta. Se l’euforia giovanile degli anni settanta ha prodotto la tragedia, la tragedia degli anni ottanta (non c’è niente di nuovo, niente per cui valga la pena di vivere) produce soltanto la farsa dei travestimenti e degli equivoci.
— PierVittorio Tondelli, “Scarti alla riscossa”
Da: “Un weekend postmoderno”
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