Penso che tutti gli autori, anche i più fantastici e smisurati, non possano escogitare i loro temi, a volte degni di un incubo, con lo spirito del botanico o del numismatico. Credo che tirino fuori brandelli di carne indicibili, ma non ritengo che parlare del male possa avere un valore terapeutico o catartico. La nevrosi di Kafka o l’angoscia di Gadda hanno la letteratura come forma, non come speranza di guarigione. La scrittura non cura, ma si limita a esprimere.
[Michele Mari]
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