C'è un mio amico, ha scritto un romanzo, Tra un po' saremo tutti morti, si intitola. Allora io quando mi ha detto il titolo ci sono rimasto. Non ci avevo mai pensato, che tra un po' saremo tutti morti. Allora gli ho telefonato, gli ho detto, a questo mio amico, Sai che hai ragione?
Ho ragione cosa? mi ha detto lui.
Hai ragione che tra un po' saremo tutti morti, gli ho detto.
Eh già, mi ha detto.
Eggià, gli ho detto io.
Dopo, han deciso di pubblicarglielo, questo romanzo. Una casa editrice palermitana. Solo, questi palermitani, essendo superstiziosi, parlavano del romanzo senza mai citare il titolo.
Bello, quel romanzo lì di Pino, dicevano, che questo mio amico si chiama Pino.
Dopo, quando è stato il momento di dirgli a Pino che lo pubblicavano gli han telefonato, gli han fatto un sacco di complimenti. Solo, gli han detto, c'è una cosa, il titolo. Bisogna cambiarlo. Allora adesso il romanzo di Pino uscirà con un altro titolo. Peccato. Un titolo così bello di sicuro non lo trovano mica. E una frase così significativa era proprio un peccato, se andava sprecata. Dopo poi per fortuna mi hanno invitato a un convegno a Milano, Gli under quaranta di fronte al nuovo millennio, si intitola. Allora, questo convegno, mi han chiesto di fare una profezia-previsione per il futuro. Allora io adesso ci vado, Tra un po' saremo tutti morti, gli dico. Voglio vedere chi dice qualcosa.
[P. Nori, Grandi ustionati, Einaudi Stile Libero, 2001]
Nessun commento:
Posta un commento