giovedì 2 settembre 2010

tutto sta nel capire da dove inizia.

la fine, si intende.
tutto sta nel capire da dove inizia.
Quello è il punto buono da cui partire per costruire qualcosa.
Dove le fondamenta cedono il posto al fango, il cemento diventa argilla e l'intonaco torna polvere.
Quello è il posto giusto per seminare la tua piantagione di pensieri sparsi.
Senza annaffiarci troppo su, se non vuoi buttare tutto alle ortiche.
La valvola che smette di funzionare, che interrompe la regolare catena della tua quotidianità.
Inizia a perdere acqua, goccia dopo goccia. E prima te ne accorgi, meglio è.
Quando arriva quel momento, devi tirare fuori l'ulcera e fare di tutto per allagare casa.
Sìsì, hai capito bene, non ti sei sbagliato a leggere. Allagare casa.
Non chiuderla, quella valvola. Lascia che l'acqua scorra per un pò, fin quando ce l'avrai alla gola.
Lì dovrai essere abbastanza allenato da riuscire a respirare in apnea.
E poi spiccare il salto giusto, quasi in volo.
Ti sembrerà di aver sconfitto la morte, in un modo o nell'altro.
E invece l'avrai solo assecondata, cosa che dovresti imparare a fare anzichè remarci contro. Tanto è in quella direzione che stai andando, mica torni indietro.
E' una questione di meridiani e paralleli.
Piegato sulla cartina geografica delle tue valvole arrugginite, dammi le coordinate della tua fine.
A quale latitudine hai iniziato a perderti?
A quale longitudine hai pregato di svanire?
Tutto questo per dire che gli editors dovrebbero andare a fanculo e gli interpol insieme a loro.
Ne consegue che io mi stia scaricando le rispettive discografie.
Tutto quello che provoca effetti collaterali di contatto intersinaptico deve riempire il mio loculo d'aria porzione singola, come direbbe l'amico Tyler Durden.

Scritto questo, sono già le 9. Sono sveglia da un'ora e mezza e a parte aver bevuto ettolitri di caffè e aver sofferto di allucinazioni musicali, non ho combinato nient'altro come al mio solito.
Perciò quando riuscirò a sillabare una frase tutta intera senza invertire le lettere comincerò a pragmatizzare, poi DeLillo, poi pausapranzo, poi altra dose di allucinazioni musicali e forse aprirò il libro di storia economica, giusto per vedere se le pagine sono di carta riciclata o no, per quanto mi freghi del futuro dell'ambiente.
Sperando che non vi biodegradiate troppo presto per non inquinare ulteriormente l'ecosistema, vi saluto e vado ad annegarmi sotto la doccia. A questo Dorothy Parker non ci aveva pensato, eh. Magari perchè le docce non si usavano ancora.
Comunque, a riaggiornarci, tipacci.

I rasoi fanno male; i fiumi sono freddi
l'acido macchia; i farmaci danno i crampi
le pistole sono illegali; i cappi cedono
il gas fa schifo; tanto vale vivere...
(D.P., Resumè)

P.s: ho due iniziali. Enne e Cì.

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