domenica 27 giugno 2010

Quel fiore è lì, adesso. Quel fiore siete voi.

“scaveremo nei weekend, nelle sottoccupazioni, nei doppi lavori. Andremo presso i ladri di polli, i giovani artisti incantati, scenderemo sulle strade provinciali e comunali, incontreremo finalmente una marea di giovani improduttivi e selvatici, incazzati e morbidi, ubriaconi e struggenti”, ragazzi di cui i giornali non s’occuppano, che le trasmissioni non fanno parlare, le firme non intervistano.



Questi sono per me i giovani. Questi i ragazzi che danno speranza. Questi sono la novità: ragazzi che pensano e cercano nell’oscurità la propria via individuale, le proprie risorse, al di là del baccano, degli strombazzamenti, dei riflettori puntati, dei capelli e dei vestitini.
Ho appena terminato un romanzo di John Cheever, Il prigioniero di Falconer. Ho trovato un’immagine molto bella che cito a memoria: “Farragut sentì crescere nel deserto che era ormai il suo animo un fiore. Ma non lo trovò. Per questa sola ragione gli fu impossibile strapparlo.” L’esperienza giovanile degli anni settanta, suicidatasi per gran parte in fenomeni di illegalità e di tossicomania, ha fatto il deserto. Ma in quell’ansia distruttiva, suo malgrado, non è riuscita a strappare quel fiore.


Quel fiore è lì, adesso. Quel fiore siete voi.

— PierVittorio Tondelli, “Gli Scarti”



Da: “Un weekend postmoderno”

Nessun commento:

Posta un commento